Com’è nata Apicadore e soprattutto perché

11/10/2022

Quella della nascita di Apicadore è una storia che potremmo definire… curiosa.

Così tanto che ne ha parlato anche il Corriere delle Alpi in questo articolo.

Il cuore della vicenda non è tanto il come, ma il perché. Ora ci arriviamo, prima però facciamo un passo indietro…

Luigi De Podestà – Gigi per gli amici – fin da giovane ha una grande passione per i motori, per le corse e un po’ anche per il pericolo, diciamolo. Per ben 14 anni è stato parte del team che preparava i percorsi della Camel Trophy. Per chi non sa di cosa si tratta possiamo tranquillamente dire, senza esagerare, che è una delle più dure competizioni di fuoristrada al mondo.

Gigi si ricorda bene che “per quanto le condizioni climatiche a volte fossero davvero toste, per quanto ci sentissimo stanchi, per quanto lavorassimo duramente ogni giorno superando i nostri limiti, eravamo guidati dalla passione. Una passione così forte e motivante che ci inebriava con quella sensazione di impagabile soddisfazione.”

Un giorno, in uno dei tanti viaggi, erano in trasferta a Istanbul, Turchia. Era il periodo di Natale e faceva molto freddo. Praticamente tutti – tutti tranne Luca – si erano presi il raffreddore. “Perché Luca no?” ti starai chiedendo. È quello che all’epoca si sono chiesti tutti.

Beh, ecco cos’ha risposto Luca. Ha detto che ogni mattina mangiava un po’ di miele: tutti i giorni, cascasse il mondo, lui ingollava il suo bel cucchiaio di miele. Arrivava a consumarne anche un chilo al mese!

Gigi, che fino a quel momento non era mai stato particolarmente interessato al miele, iniziò a fare un po’ di ricerca, a leggere i primi libri.

E più si informava, più si appassionava. E più si appassionava, più si faceva largo nella sua testa un’idea: quella appunto di crearsi il proprio miele.

È così che, a 40 anni compiuti e un po’ “per caso”, ha deciso di aprire un allevamento di api insieme a tre amici.

Ecco com’è nata Apicadore.

Prendersi cura delle api e degli alveari non è cosa di poco conto. Studiare, partecipare a conferenze, andare per prova ed errore, muoversi sul territorio – sì, perché questa è un’attività semi-nomade – sono state tutte azioni che sono venute da sé. È la passione che, ogni santo giorno, guidava Gigi nel costruire la sua azienda apistica.

Ecco perché è nata Apicadore.

Perché c’è amore per il proprio territorio, perché c’è il desiderio di prendersene cura, di poter godere dei suoi frutti, ma soprattutto perché c’è la voglia di condividere tutto ciò.

Coinvolgere la famiglia infatti è stato facile, è venuto da sé. Oggi l’azienda è in mano ai figli Silvia e Giuseppe che la guidano con la stessa passione del padre inserendo però qualche bella novità… ma di questo ne parliamo un’altra volta.

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